Parte da Teramo ‘La Rinascita’ “per aiutare gli italiani che non arrivano a fine mese” INTERVISTA

L’ex cancelliere Di Diodato tra i promotori. Il Movimento vuole cancellare privilegi e casta politica ma cerca l’80% dei consensi

TERAMO – I suoi 43 anni trascorsi in tribunale e nell’amministrazione della giustizia, da cancelliere tuttofare, lo rendono credibile e persona sensata. Perchè altrimenti, ad ascoltarne i propositi e le belligeranti dichiarazioni (“bisogna distruggere i politici sono loro la colpa di tutto“), potrebbe apparire come un illuso paladino della giustizia sociale.

Rolando Di Diodato è tra un manipolo di amici ed attivisti che tra Bologna, Milano, Napoli, Roma e adesso anche Teramo, ha avviato l’esperienza de ‘La Rinascita’, movimento che si pone un obiettivo su tutti: “Aiutare i 40 milioni di italiani che non arrivano alla fine del mese – dice -, con l’abolizione dei privilegi per pochi e la riduzione della politica a tre partiti: uno di destra, uno di sinistra e uno di centro“.

Bello a dirsi, ma come si fa? Secondo Di Diodato, appunto, fondando un movimento, individuando 13 punti programmatici attorno ai quali catturare condivisione e consenso. Un consenso per la verità ‘tarato’ un pò troppo in alto, perché ‘La Rinascita’ diventerà esperienza elettorale alle prossime politiche soltanto se otterrà l’80% per cento degli elettori italiani… Un sondaggio pre elettorale servirà, dice l’ex cancelliere teramano, per tastare il polso della situazione.

Il terreno sul quale il movimento vuole muoversi è quantomeno ‘minato’. I 13 punti sembrano un libro dei sogni, probabilmente mai realizzabile, eppure loro ci credono. Ad esempio? Via Camera e Senato, al loro posto un Consiglio di 100 membri per Nord, Sud e Centro Italia, il cui compenso non potrà superare i 20mila euro, soltanto il Presidente della Repubblica potrà guadagnare al massimo 30mila euro al mese, via pensioni d’oro e diritti acquisiti. Ancora, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, dell’immunità parlamentare prevista dall’articolo 68 della Costituzione, progressiva abolizione delle Regioni e formazione di tre macroaree con Consigli formati da 30 persone, con stipendi dai 10mila euro per i consiglieri fino ai 20mila per il presidente della macroarea. I loro orari di lavoro saranno rigidi: lunedì dalle 16 alle 20, dal martedì al venerdì dalle 8 alle 14, e l’assenza ingiustificata sarà sanzionata con 500 euro per i consiglieri di Stato e 300 euro per quelli della macroarea.

Saranno raddoppiate le pene per reati commessi da politici e quelle per reati contro le forze dell’ordine: chiunque abbia evaso importi superiore ai 50mila euro avrà un anno di tempo per porvi rimedio e sanare la posizione, altrimenti rischierà 5 anni di carcere.

I 20mila detenuti stranieri (pari a un terzo della popolazione carceraria), il cui costo giornaliero è di 150 euro, saranno rimandati nei rispettivi paesi per l’espiazione definitiva dopo il primo grado di giudizio.

Scompaiono i Comuni sotto ai 5mila abitanti, nessuno dovrà guadagnare più di 30mila euro al mese e una pensione non dovrà superare i 15mila.

Dulcis in fundo: concessione della 14esima mensilità a dottori, infermieri, appartenenti ai 4 corpi di polizia, ai vigili del fuoco e a chi lavora nell’ambito giudiziario.

Folle? Visionario? Kamikaze? “Tutto ciò che hanno guadagnato sino ad oggi i politici – dice Rolando Di Diodato – basta loro per vivere 500 anni: 40 milioni di italiani non arrivano a fine mese solo ed esclusivamente per colpa loro“.